Fonte: Punto Famiglia del 18/02/2021
Tra le pagine di Repubblica viene accolto e rilanciato l’appello di un ristoratore, Pasquale Centrone, ammalato di sclerosi laterale amiotrofica e chiede l’eutanasia. A chi ha commentato la vicenda dicendo che la sofferenza è inutile risponderei con le parole di un noto psichiatra italiano, Tonino Cantelmi: “Ho visto nelle agonie ricomporsi relazioni autentiche e sperimentare momenti di intensa vicinanza, di riscoperta dell’altro e di amore. Ho visto, anche per esperienza personale, oltre che professionale, persone con Alzheimer provare momenti di rinnovata felicità. Ho visto famiglie riscoprire l’autenticità attraverso il dramma. Ho visto persone morire con una dignità autentica e solenne. Dico che a questo dovremmo guardare e tendere, a questo morire dignitoso, rispettoso della persona, piuttosto che colludere con la costruzione di una società mortifera. Non è scontato e nient’affatto semplice, ma in definitiva credo che per dire di no ad ogni forma di eutanasia, occorra riscoprire il senso e il significato della sofferenza”.
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