12/03/2021
Giuseppe, un uomo che ha tanto da insegnarci
Fonte: Lavoce del 11/03/2021
By Daniele Morini
In Giuseppe nessuna mascolinità ingombrante
Quello di Giuseppe è uno “stare in seconda linea” che mostra – però – un “protagonismo straordinario, eroico”. Nessuna mascolinità “ingombrante” o – al contrario – annacquata dalle ambiguità. Alla società dell’apparire, “orfana” di padri, il Papa – spiega ancora Cantelmi – propone “un modello fatto di nascondimento, accoglienza, sostegno, incoraggiamento e tenerezza”.
Non c’è machismo, né forza muscolare ostentata. Al contrario, una categoria che oggi sembra obsoleta e disconosciuta: quella della tenerezza, molto cara a Papa Francesco. Forse l’uomo di oggi rischia spesso di perdere la bussola della propria identità e del proprio ruolo, ed è per questo che si parla del modello di paternità in frantumi, di incapacità di essere un capofamiglia, che non impone e non prevarica, ma che – al contrario, appunto – si ispira alla tenerezza che riflette quella di Dio.
Non solo “padre”
La paternità di san Giuseppe rinvia “a una paternità altra e alta: la paternità di Dio che ama ma lascia liberi”, sottolinea ancora lo psichiatra Cantelmi. Che introduce un altro elemento molto importante e significativo: “anche se oggi la nascita del primo figlio è rinviata molto in avanti negli anni – per le donne l’età media è 34 anni, per gli uomini anche più tardi – la transizione dei giovani adulti al ruolo genitoriale rimane faticosa”.
Ma non fermiamoci alla figura di padre. Per Cantelmi “san Giuseppe è anche un potente modello maschile per la società di oggi: non cerca i riflettori, non ha bisogno di salire sul palcoscenico ma è grandissimo nella sua operosità silenziosa e nella sua rispettosa delicatezza verso Maria”. Che sia proprio il nostro caro san Giuseppe – e rilancio Cantelmi – il miglior antidoto al maschilismo e al narcisismo diffuso di chi tenta di prevaricare la donna per autoaffermarsi?
Fonte: La voce