21/05/2014
Recensione Educare al Femminile e al Maschile
Fonte: Far- Famiglia del 19/05/2014. Un testo attuale e molto formativo per tutti: Educare al maschile e al femminile, di Tonino Cantelmi e Marco Scicchitano, Paoline Editoriale Libri, Milano 2013. Educare al maschile e al femminile infatti è un libro che intende offrire dati concreti e ragionevoli conclusioni per approfondire la conoscenza tanto dei passaggi storici, culturali e ideologici che hanno portato alle odierne posizioni sull’ideologia del genere, quanto degli studi scientifici più recenti sullo sviluppo cognitivo, relazionale e biologico nell’età evolutiva.
Al giorno d’oggi parlare di differenza tra maschile e femminile sembra manifestare una chiusura mentale retrograda, un atto polemico e offensivo nei confronti alcuni membri della società, e appare soprattutto come l’apertura ad un’intollerabile discriminazione. Eppure il libro scritto da Tonino CANTELMI e Marco SCICCHITANO non ha nulla di polemico o offensivo, al contrario usando toni e ragionamenti molto pacati spiega con chiarezza e semplicità un punto di vista diverso, tutt’altro che retrogrado o chiuso. Educare al maschile e al femminile infatti è un libro che intende offrire dati concreti e ragionevoli conclusioni per approfondire la conoscenza tanto dei passaggi storici, culturali e ideologici che hanno portato alle odierne posizioni sull’ideologia del genere, quanto degli studi scientifici più recenti sullo sviluppo cognitivo, relazionale e biologico nell’età evolutiva. Dopo un breve excursus storico sulle teorie riguardo al genere che si sono susseguite nel corso degli ultimi decenni e un chiarimento su cosa davvero si intenda per teoria del genere (o pensiero gender), gli autori chiariscono che “Seppur si può condividere l’intento di aiutare i ragazzi a non essere discriminanti verso le altre persone e più accoglienti e sensibili, decisamente crediamo sbagliato il metodo con cui si cerca di arrivare a tal fine. Per educare al rispetto del genere di appartenenza degli altri, non si può non considerare e calpestare il sesso di appartenenza dei bambini. In tal modo si perde molto della ricchezza e possibilità dell’educazione a favore di ideologie che hanno fatto il loro tempo” (ibidem, pp. 24-25). Il libro parte dalla fondamentale distinzione di due concetti che, da un punto di vista linguistico, nel pensiero contemporaneo sono invece comunemente accostati tra loro in modo improprio. Secondo gli autori infatti “dietro l’accanimento contro la differenza tra maschi e femmine si nasconde il timore che differente corrisponda a ineguale e quindi ingiusto”. Al contrario essi sostengono: “noi non pensiamo che differente corrisponda a ineguale, anzi. Cogliere le caratteristiche proprie di qualsiasi cosa permette di relazionarsi con essa a partire dalle sue peculiarità ed è quindi arricchente” (ibidem, p.35). Più avanti chiariscono: “Le differenze tra maschile e femminile esistono e alcune di esse sono innate, connaturate nel sostrato biologico delle persone, nei circuiti neurali, nel sistema neuroendocrino, nei processi di sviluppo [...] ma ciò che ci interessa veramente non è tanto stabilire come il dimorfismo sessuale sia necessario per la specie, ma piuttosto, quanto sia importante che se ne tenga conto in ambito educativo… per il sano sviluppo delle persone” (ibidem, p. 174). Dunque capire e tenere conto delle differenze che esistono tra maschi e femmine specie in ambito educativo, considerare il genere legato al sesso biologico di appartenenza -e non indotto da schemi culturali e sociali preconcetti e stereotipati- aiuta i nostri figli a divenire persone più liberali, con un’elevata autostima e maggiore autocontrollo, capaci di assumere una forma definitiva, armonica e serena e in grado di accogliere la diversità dell’altro senza paura. Educare al maschile e al femminile più che andare contro un’ideologia desidera offrire un chiarimento utile e necessario in ambito educativo. Ne consigliamo vivamente la lettura a tutti i genitori perché offre l’opportunità di scoprire che, lungi dall’essere discriminante, “La diversità invece è una ricchezza e saperla cogliere e valorizzare è un atto responsabile e d’amore” (ibidem, p. 166). Vania Amitrano Bartolozzi Fonte: Far - Famiglia del 19/05/2014