20/11/2009
Recensione di Cattolici e Psiche su ''La Civiltà Cattolica''
Recensione del libro Cattolici e Psiche, La controversa questione omosessuale (a cura di Tonino Cantelmi), San Paolo, 2008, su “La civiltà Cattolica” del 7/XI/09 |
A Cura di G. Cucci II libro, come recita il sottotitolo, entra in merito a un problema spesso più combattuto che esplorato nelle sue dinamiche psicologiche, mettendo in evidenza una sorta di veto nei confronti della ricerca: «È lecito per uno psichiatra dichiararsi cattolico? Ed è lecito per uno psichiatra che si dichiara cattolico accogliere pazienti omosessuali che presentano un quadro di sofferenza rispetto al proprio orientamento sessuale riferibile a una patologia denominata egodistonia sessuale?» (p. 5). La ricerca in esame nasce come esplorazione di questi due grandi interrogativi, e parte da un fatto di cronaca: il Curatore, psichiatra, psicoterapeuta e presidente dell'Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, è stato accusato da un giornalista, fintosi omosessuale, di compiere terapie forzate in merito all'orientamento sessuale dei clienti. A questo articolo è seguito un aspro dibattito in sede psicologica e dell'Arcigay, un intervento dell'Ordine degli Psicologi del Lazio e, infine, la denuncia nei confronti del giornalista autore dell'articolo. Da tale increscioso episodio gli AA. affrontano le due tematiche, inserendole nel contesto più generale della necessaria presenza, riconosciuta o presupposta, dei valori in terapia, particolarmente dei valori religiosi del paziente. Nel corso dei capitoli viene presentata una serie di testi e documenti, per 10 più tratti dall'Associazione degli psicologi e psichiatri statunitensi, soprattutto l'American Psychological Association, per fare il punto sulla situazione della problematica in questione. La scelta di un riferimento «oltreoceano» nasce dal fatto che manca attualmente in Italia un documento ufficiale sulla tematica delle terapie di cambiamento dell'Orientamento sessuale (come si precisa a p. 28): da questi testi emerge come l'orientamento sessuale, a partire dal 1973, non venga più considerato come disturbo, introducendo piuttosto la diagnosi di orientamento sessuale egodistonico. Con tale dicitura si vorrebbero indicare quelle persone che vivono con sofferenza il proprio orientamento sessuale, vorrebbero che fosse diverso e chiedono un esplicito aiuto a livello terapeutico per modificarlo. La domanda che gli AA. si pongono e se un terapista debba rifiutare tale richiesta, e per quale ragione, poiché l'American Psychological Association «riconosce il diritto della persona ad autodeterminarsi». Questi interrogativi non sembrano tuttavia trovare risposta in sede di dibattito sull'omosessualità in Italia. Nella seconda parte del libro si affronta il problema dei valori e della visione di vita che inevitabilmente entra a far parte della relazione terapeutica, presente in ogni professionista della salute mentale. Da qui la domanda posta all'inizio del libro: «E lecito per uno psichiatra dichiararsi cattolico?». È possibile in altre parole che un terapeuta sia privo di valori o del tutto neutrale nei confronti delle problematiche dell'esistenza? Anche questo tema, da diversi anni oggetto di studio e confronto interdisciplinare nei Paesi di area anglosassone, particolarmente in sede di etica e deontologia professionale, sembra essere del tutto assente nella pubblicistica italiana, dando adito a una notevole dose di ambiguità e impostazioni ideologiche, usando termini come «scientificità», «oggettività», «neutralità». Entrando in merito a tale problema vengono presentate le odierne teorie epistemologiche, soprattutto la seconda cibernetica, e il post-modernismo, mettendole a confronto con il setting terapeutico e notando come la supposta neutralità del terapeuta sia insostenibile dal punto di vista metodologico: «I dibattiti recenti e le ricerche attuali sui metodi narrativi e sull'intersoggettività dell'incontro terapeutico mostrano sempre di più la natura altamente personale del lavoro terapeutico e una visione scientifica della pratica clinica come percorso dialettico tra due partecipanti non neutrali» (p. 117). Trattandosi di una relazione esistono sempre in sede terapeutica impostazioni e orizzonti valoriali concezioni dell'uomo e della vita: atteggiamenti e valutazioni affettive: tutto ciò può essere riconosciuto come tale o trasmesso surrettiziamente, ma non è mai assente. II problema diventa più delicato quando èvil cliente stesso, per il suo diritto all'autodeterminazione e alla libera associazione, a chiedere che la terapia abbia a oggetto i propri valori di base, anche religiosi, che ritiene essere un elemento molto importante della propria esperienza di vita: di fronte a queste richieste anche il terapeuta è chiamato a confrontarsi e a mettersi in gioco.
Cattolici e psiche La controversa questione omosessuale Tonino Cantelmi 150 pagine | San Paolo Edizioni | 2008 |