10/06/2013
Il Moige denuncia FB
Il Moige denuncia Facebook. Dopo gli ultimi casi di cronaca e le segnalazioni ricevute di contenuti più che discutibili su Facebook, i casi di bullismo e anche adescamento pedopornografico il Moige presenta una formale denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per la grave corresponsabilità della multinazionale per omesso controllo e vigilanza nel tragico caso della giovane Carolina Picchio di Novara. Il Prof. Tonino Cantelmi risponde alle domande del Moige: Facebook è pericoloso per i minori? Perché i minori sono così attratti dai social network? I social network creano dipendenza? Le piazze virtuali sono luoghi reali per l’adescamento e atti di bullismo?
Il Moige denuncia Facebook Dopo gli ultimi casi di cronaca e le segnalazioni ricevute di contenuti più che discutibili su Facebook, i casi di bullismo e anche adescamento pedopornografico, abbiamo presentato formale denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, per la grave corresponsabilità della multinazionale per omesso controllo e vigilanza nel tragico caso della giovane Carolina Picchio di Novara. Siamo pronti a costituirci parte civile in tutti i prossimi episodi di mancato controllo a danno dei minori da parte di Facebook. È grave che una multinazionale come Facebook non effettui una vigilanza sulle piazze virtuali, che sembrano diventate lo strumento privilegiato per pedofili e bulli. Siamo indignati e preoccupati per il silenzio e l’indifferenza di chi gestisce questi potenti mezzi di comunicazione, senza un’adeguata politica di tutela dei minori. Il perché della denuncia: La nostra denuncia, articolata su tre punti cardine, nasce per far si che non si ripetano casi come questo, in cui i minori si trovano coinvolti così gravemente fino a rischiare e perdere la loro stessa vita. 1. Facebook richiede agli utenti, all’atto della registrazione, la formalizzazione di un contratto, che nel caso dei minori è illegittimamente sottoscritto, essendo contrario alle leggi del nostro ordinamento per un minore sottoscrivere un contratto. 2. I minori vengono coinvolti in questo social network non solo senza il consenso genitoriale, ma anche senza che sia riconosciuta al genitore la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio. Come genitori siamo di fatto defraudati del nostro ruolo primario di educatori. 3. "L’assenza di un ambiente sicuro per i minori" su Facebook mira a far si che il social network sia "concorrente’’ e "moltiplicatore’’ dei diffusi fenomeni di adescamento, violenza e cyberbullismo. Al fianco dei genitori e dei minori: attivata task force anti bullismo Il Moige offre il suo fattivo sostegno attraverso il numero verde gratuito 800.93.70.70, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00 e nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 9.00 alle ore 20.00, al quale può rivolgersi chiunque, sia il minore sia il genitore vittima e/o testimone di violenze. Le segnalazioni possono essere altresì inviate tramite il sito www.moige.it Il parere dello psichiatra e psicoterapeuta Prof. Tonino Cantelmi* 1. Facebook è pericoloso per i minori? Sì. Perché sono soli in un mondo relazionale incessante, scintillante, narcisista e a volte crudele. Proprio in questi giorni ho mostrato un video dolorosissimo: una bimba affetta da una malattia rara, vittima di uno spietato cyberbullismo, cinico e drammatico. I bambini frequentano facebook e non dovrebbero. Ovviamente non si tratta di demonizzare uno strumento per molti versi utile ed interessante, ma di evidenziarne i limiti soprattutto per i bambini. 2. Perché i minori sono così attratti dai social network? Perché FB consente una socializzazione virtuale particolarmente eccitante, immediata, gradevole e narcisistica. A volte è una vetrina irreale dove prevale l'illusione. E soprattutto consente di rappresentare se stessi come se si stesse sempre su un palcoscenico: un altare celebrativo della "popolarità", vero must dei giovani di oggi. 3. I social network creano dipendenza? Sì. Come per il gioco e le sigarette: gli utenti dovrebbero essere avvisati delle potenzialità patogene di FB. 4. Le piazze virtuali sono luoghi reali per l’adescamento e atti di bullismo? Il cyberbullismo è un fenomeno impressionante. Ma anche le varie forme di sexting (cioè di uso erotico del social). Ovviamente sono luoghi del tutto simili alle piazze reali: nessuno di noi manderebbe in giro di notte o anche di giorno un bambino nelle piazze reali. *Psichiatra, Professore di psicologia dello Sviluppo alla LUMSA, è stato il primo ricercatore italiano ad occuparsi di dipendenza da internet. È in uscita il libro "Tecnoliquidità" (San Paolo), nel quale descrive la postmodernità tecnoliquida dei social. Dirige il Servizio di Psichiatria dell'Istituto Oncologico Nazionale "Regina Elena" di Roma.