08/01/2010

Il boom di poker on line e scommesse - AVVENIRE (genn. 2010)

Perché il gioco d’azzardo e la scommessa piacciono? E perché un adolescente, che invece dovrebbe sentirsi attratto dalle grandi sfide in cui impegnarsi, è al contrario attratto dalle bische on line? GLI EDITORIALI DI AVVENIRE Se l’azzardo addormenta la passione per la sfida Di Tonino Cantelmi   Avvenire, 08.01.2010  08 gennaio 2010

Il 3% del PIL in Italia viene bruciato in scommesse e giochi d’azzardo. E il poker on line a dicembre ha superato ogni record. Infatti nel mese appena trascorso - informa l'Agicos - gli italiani hanno giocato sui tavoli verdi virtuali 241,3 milioni di euro, battendo il precedente primato di 234,1 milioni di euro di ottobre: tra gennaio e dicembre 2009 la raccolta ha quindi infranto il muro dei 2,3 miliardi di euro, confermando il poker come il gioco più praticato in assoluto via internet. Perché il gioco d’azzardo e la scommessa piacciono? Perché la prospettiva della vincita (specie se casuale e imprevedibile) è un comportamento che attiva il nucleo accumbens e determina la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. E il piacere immaginato o provato di una vincita determina la ricerca di ulteriore piacere attraverso la ripetizione del comportamento. Il gioco può perciò essere una droga e scivolare verso forme di dipendenza dalle conseguenze devastanti per la vita del giocatore patologico e dei suoi familiari. Tutto qui? Certamente no. Per la maggior parte delle persone il gioco è sfida, misura di sé, sogno, desiderio, ricerca di felicità a poco prezzo, evasione, emozione e molto altro ancora. La disponibilità poi di bische sempre disponibili e facilmente accessibili, grazie alla enorme potenzialità della Rete, moltiplica all’infinito il fascino magnetico del gioco d’azzardo e del poker in modo specifico. Tutto senza conseguenze? Non proprio, se pensiamo allo straordinario potenziale alienante dei tecnoparadisi ludici e artificiali. D’altro canto, se qualche adulto pensa di poter guadagnare senza lavorare affidandosi al magnetismo delle carte on line, i nuovi protagonisti delle scommesse sono gli adolescenti italiani: almeno 7 adolescenti su 10 giocano e scommettono, in barba a divieti e norme che limiterebbero grandemente il gioco d’azzardo e le scommesse nei minorenni. Tra i giochi più praticati proprio il poker on line, giocato anche in facebook (qui gratis, ma che allenamento allo stile di vita del giocatore!), e i facilissimi “gratta e vinci”. Giocare d’azzardo e scommettere conquista, dunque, un nuovo target di utenti: gli adolescenti ed i giovanissimi. Sta crescendo una generazione di giocatori che farà impallidire quella attuale. Al di là di moralismi arrugginiti o di allarmi ad effetto, questo ulteriore fenomeno merita una riflessione. La precocizzazione dei comportamenti è una caratteristica dell’accelerazione straordinaria che viviamo e riguarda molti ambiti, come quello della sessualità per esempio. E non è senza conseguenze: ogni comportamento dovrebbe essere congruo con lo sviluppo cognitivo ed emotivo-affettivo del bambino e dell’adolescente. Se prendiamo il caso degli adolescenti e dei giovanissimi dobbiamo considerare il tipico atteggiamento di sfida, di misurazione di sé, di ricerca di emozioni, di attrazione per il rischio, tutti ingredienti che conferiscono alla scommessa e al gioco un fascino a volte irresistibile. Eppure questo non basta a spiegare il fenomeno. Non basta, quando osserviamo un bambino di 9 anni acquistare in edicola uno di quei giochi senza fatica come i vari “gratta e vinci”. Nella mente di quel bambino si sta costruendo la convinzione che attraverso strumenti semplici, privi di impegno, totalmente scollegati ad ogni merito, è possibile cambiare la vita. Le “sfide” tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza lasciano il posto alla “ruota della fortuna”. Se nelle sfide c’era la costruzione di sé attraverso l’impegno e il merito, nella “ruota della fortuna” c’è la deresponsabilizzazione e l’inutilità dell’impegno. Se perdo non comprometto la mia autostima perché è colpa di un sistema cieco, se vinco mi sento eccezionale: massimo risultato con il minimo sforzo. E perché un adolescente, che invece dovrebbe sentirsi attratto dalle grandi sfide in cui impegnarsi, è al contrario attratto dalle bische on line? Forse perché mancano le grandi sfide, trasformate in competitività senza cuore e in efficientismo senza tempo. E forse quello che serve è piuttosto tornare a trasmettere agli adolescenti e anche a noi adulti il sottile piacere delle grandi sfide. E’ questa dunque la “scommessa” finale: saremo sempre più risucchiati da luccicanti poker on line o sapremo riscoprire il fascino delle sfide che la vita ci propone, riaccendendo la passione e la speranza?  Fonte Avvenire, 08 gennaio 2010, pag. 2 autore: Tonino Cantelmi