28/04/2014

IAD, la nuova dipendenza patologia da Internet

Fonte: Fatto & Diritto magazine del 27 Aprile 2014 - Come tutti gli strumenti di comunicazione, anche la rete non è esente da cattivi usi e da abusi tanto che si è presentata nell’ambito della salute mentale, una nuova forma di dipendenza costituita dalla Internet Addiction Disorder (IAD) o dipendenza da Internet. In Italia lo psichiatra Tonino Cantelmi descrisse il fenomeno nel 1998.

CAUSE, SINTOMI E CURE DELL’ INTERNET ADDICTION DISORDER del dottor Giorgio Rossi L’avvento di Internet e l’uso di ampia portata che via via le persone ne hanno fatto nel corso degli anni, lo hanno reso un compagno onnipresente nelle vite di gran parte di noi, consentendoci di superare le barriere e i vincoli di tempo e di spazio e facendone uno dei mezzi che offre maggiori opportunità di comunicazione sociale. Ma come tutti gli strumenti di comunicazione, anche la rete non è esente da cattivi usi e da abusi tanto che si è presentata nell’ambito della salute mentale, una nuova forma di dipendenza costituita dalla Internet Addiction Disorder (IAD) o dipendenza da Internet. La IAD è un disturbo nuovo, differente dalle altre dipendenze; è una condizione caratterizzata da un forte ed insistente desiderio di connettersi al Web ed è oggetto di studio e di attenzione clinica da poco più di una decina di anni, in continuo sviluppo da parte delle comunità scientifiche, le quali evidenziano che ancora molta strada va percorsa in quanto tanti rimangono gli aspetti da approfondire e i nodi critici da affrontare Il termine venne coniato nel 1995 da Ivan Goldberg, psichiatra e docente alla Columbia University di New York; nel 1996 la psicologa statunitense Kinberly Young per la prima volta presentò un proprio lavoro sull’argomento a Toronto in occasione alla conferenza annuale dell’American Psycological Association dal titolo “Internet Addiction:The Emergence of a New Dosorder”. In Italia lo psichiatra Tonino Cantelmi descrisse il fenomeno nel 1998. Nel 2013 la Kinberly Young è diventata la fondatrice e direttrice del Center for On-Line Addiction in Bradford USA per la diagnosi e cura del disturbo. Nel marzo 2014 si è tenuto a Milano il primo Congresso Internazionale su Internet Addiction Disorders ove studiosi di tutto il mondo hanno cercato di mettere a punto gli aspetti epidemiologici, patogenetici, diagnostici e terapeutici. La IAD racchiude in sé diverse forme e sottocategorie legate alla tecnologia e al mondo della rete:   •    game, dipendenza dai video giochi di rete;   •    sex, dipendenza dalla visione e scambio di materiale pornografico e dalla frequentazione di chat per soli adulti;   •    social networks, dipendenza dalle relazioni interpersonali virtuali;   •    info surfing, dipendenza dalla continua ed insaziabile ricerca di notizie su internet;   •    net compulsion, dipendenza dallo shopping online, dalle aste online, da eBay, dal trading finanziario;    •    gambling, dipendenza dal gioco d’azzardo online. Certamente non è facile valutare se e quando un uso eccessivo del web si trasformi in un problema vero e proprio. Molte persone , giovani e meno giovani, passano ormai una quantità significativa di ore al computer senza per questo sviluppare dipendenza. La maggior parte degli studiosi, ritiene che l’ossessione dell’uso di internet e l’alienazione dalla vita reale sono determinanti per l’instaurarsi di una situazione patologica che va a compromettere le normali attività di tutti i giorni : il lavoro, la scuola, le uscite sociali e soprattutto le relazioni affettive, le capacità di creare legami stretti e duraturi nella vita reale . La dipendenza si sta instaurando quando la persona comincia a presentare alcuni dei sottoelencati sintomi :     •    trascorre una grande quantità di tempo in rete perdendone la cognizione    •    mostra irritabilità, aggressività e insofferenza quando viene interrotto e quando non ha a disposizione il web;     •    è in uno stato di euforia durante la navigazione ;     •    tende ad usare il PC anche in contesti che non lo permettono;     •    trascura gli impegni della vita quotidiana : studio, lavoro,igene personale,amicizie, altre relazioni;     •    compaiono anche disturbi fisici: perdita di peso per malnutrizione, disturbi del sonno, cefalea , problemi alla vista, enuresi notturna, sindrome del tunnel carpale ed altri. La caratteristica costante che fa da sfondo alle varie sottoclassi di Dipendenza da Internet è la capacità della rete di rispondere ( o illudere di rispondere) a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare dei vissuti importanti e di vivere le emozioni sentendosi, al contempo, protetti. Esistono poi delle condizioni predisponenti come ansia, depressione, stress, la presenza di un’altra condizione di dipendenza ( alcol, droga, gioco compulsivo), difficoltà relazionali, fobie o isolamento sociale. Molti studiosi stanno prestando particolare attenzione a quelle fasce di età ad oggi ritenute più a rischio di sviluppare la IAD, adolescenti e giovani che rappresentano la generazione dei così detti nativi digitali (E-Generation), nati parallelamente alla diffusione di massa dei PC a interfaccia grafica e dei sistemi operativi a finestre e che considerano le tecnologie come un elemento naturale non provando nessun disagio nel manipolare e interagire con esse. Secondo gli esperti, questo scenario, ha comportato dei cambiamenti profondi nella modalità di apprendimento, che da “narrativa”( sviluppo della funzione riflessiva) è diventata “ multitasking”( capacità di eseguire molte più cose contemporaneamente) e potrebbe aver influito sulle rappresentazioni delle emozioni e delle relazioni con l’altro, risultando come fattore favorente l’insorgenza di dipendenze. Per uscire dal circuito vizioso che la dipendenza da Internet crea è necessario rinforzare le proprie strutture interne che spesso riguardano l’autostima; impegnarsi poi a cambiare abitudini, riservando ad Internet un preciso e determinato tempo della giornata; impegnarsi in attività alternative come sports o hobbies di vario genere. Nei casi più gravi, affidarsi senza alcuna remora a psicoterapeuti esperti o gruppi di sostegno che possono risultare fondamentali nel sostenere ed aiutare la persona ad uscire in modo definitivo dalla dipendenza. Fonte: Fatto&Diritto