05/04/2019
Greta e Ramy e gli adulti smarriti
Fonte: RomaSette del 31/03/2019 – Rubrica “Pianeta giovani” a cura di Tonino Cantelmi
Due ragazzini sono stati i protagonisti di queste ultime settimane, Greta Thunberg e Ramy Shehata. Greta è svedese, ha 16 anni, è affetta da sindrome di Asperger e salta la scuola tutti i venerdì mattina. Lo fa dallo scorso agosto, il mese più caldo della storia svedese, per protestare contro il cambiamento climatico. Ogni venerdì mattina, Greta si reca di fronte al Riksdag, il Parlamento svedese, e rimane lì, con un cartello in mano: “Skolstrejk för klimatet”, sciopero scolastico per il clima. All’inizio era da sola, supportata solamente da genitori che assecondavano Greta e il suo colpo di testa. Poi la cosa si è fatta seria. Dopo le elezioni, Greta ha continuato la sua protesta sui social network, coniando lo slogan #fridayforfuture e lanciando la sua protesta su scala globale.
Pochi giorni fa milioni di studenti come lei sono scesi in piazza in tutto il mondo. Ma agli adulti non piace. Hanno scritto e detto di tutto: Greta che pretende di farci mangiare a chilometro zero e poi lei, meschina, mangia banane; Greta manipolata dalle lobby verdi; Greta ignorante perché anziché studiare, manifesta; Greta fantoccio di genitori avidi di denaro; Greta che, come ha detto qualcuno, «se non fosse malata la prenderei sotto con la macchina»; Greta che predica all’Occidente, ma non sa che a inquinare il pianeta sono soprattutto gli indiani e i cinesi. Insomma una gara senza precedenti per demolire il sogno della ragazzina.
Ramy è quel ragazzino di 13 anni nato in Italia da genitori egiziani che ha dato l’allarme sullo scuolabus nel Milanese, contribuendo in maniera decisiva a sventare una possibile strage.
«Sarei felice se mi dessero la cittadinanza», ha detto. «Ma allora dovrebbero darla anche a mio fratello e ai miei compagni di classe, da anni in Italia o addirittura nati qui». Anche qui il disagio espresso da Ramy interroga gli adulti. E anche qui, fiumi di polemiche. Qualche considerazione va fatta. I due ragazzini, di 16 e 13 anni,contestano lo status quo e chiedono cambiamenti radicali. Entrambi sono stati capaci di compiere gesti molto significativi. Entrambi chiedono agli adulti di cambiare le regole. Entrambi partono da condizioni di apparente difficoltà (Greta presenta un disturbo dello spettro autistico e Ramy è figlio di immigrati). Entrambi hanno subito esaltazioni e ostracismo, hanno la capacità di sognare, hanno dimostrato di saper usare social e smartphone in modo intelligente.
Ma non abbiamo sempre detto che avremmo voluto giovani così, attivi, idealisti, sognatori, appassionati ed intelligenti? Eppure troppi adulti hanno reagito male e in modo becero: c’è da chiedersi se gli adulti si siano mostrati all’altezza della sfida. Forse no.