10/05/2016
Educare al femminile e al maschile, una nuova recensione
Il dialogo di Monza ha pubblicato una recensione sul volume educare al femminile e al maschile. La condizione della donna si è evoluta dagli anni Settanta in poi fino al giusto raggiungimento di una situazione di parità, sono stati abbattuti quegli stereotipi che, nel corso dei secoli, l’avevano confinata in una posizione subalterna rispetto all’uomo; tuttavia non bisogna correre il rischio di costruire nuovi stereotipi, passando da un eccesso all’altro, negando che esistano delle differenze innate fra femmine e maschi, perché significherebbe negare un’evidenza biologica ed educare i bambini secondo uno stesso criterio pedagogico senza tenere conto della ricchezza della diversità, dando vita a nuove forme di discriminazione.
La condizione della donna si è evoluta dagli anni Settanta in poi fino al giusto raggiungimento di una situazione di parità, sono stati abbattuti quegli stereotipi che, nel corso dei secoli, l’avevano confinata in una posizione subalterna rispetto all’uomo; tuttavia non bisogna correre il rischio di costruire nuovi stereotipi, passando da un eccesso all’altro, negando che esistano delle differenze innate fra femmine e maschi, perché significherebbe negare un’evidenza biologica ed educare i bambini secondo uno stesso criterio pedagogico senza tenere conto della ricchezza della diversità, dando vita a nuove forme di discriminazione. Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, primo ricercatore italiano ad interessarsi dell’impatto della tecnologia digitale sullo sviluppo dei bambini, e Marco Scicchitano, psicologo e psicoterapeuta che si occupa di problematiche dello sviluppo degli adolescenti, partono da questo presupposto per offrire ai lettori un saggio che approfondisce il tema della diversità biologica e propone strategie educative adeguate. Non dimenticando quanto sia difficile svolgere il ruolo di educatori nella società attuale, gli autori fanno chiarezza sulla differenza fra sesso e genere: l’appartenenza ad un sesso o all’altro è un dato biologico evidente ed inequivocabile, mentre per genere “si intende indicare tutto ciò che è sovrapponibile al biologicamente dato, quindi l’esperienza psicologica, relazionale e culturale”. Per approfondire questo concetto, fanno riferimento ai dati raccolti attraverso studi riguardanti le disuguali modalità di apprendimento e di reazione agli stimoli ambientali nei due sessi, riscontrabili sin dalla primissima infanzia, e ai differenti modi di giocare nei bambini e nelle bambine, fino ad arrivare alla divergenza di interessi che caratterizza gli adolescenti maschi dalle femmine; dall’osservazione di questa realtà nasce la scelta, in alcuni Paesi, di ritornare alle scuole omogenee, con classi composte da soli maschi o sole femmine, poiché in questo modo risulta più facile seguire delle strategie educative che tengano vivo l’interesse degli alunni, ottenendo migliori risultati nell’apprendimento e valorizzando ciascun individuo in base alla sua diversità. Gli autori, inoltre, spiegano come diventare “genitori competenti”, sostenendo, tra l’altro, che per aiutare i nostri figli a crescere in armonia con se stessi e con il proprio corpo, per permettere loro di stare bene con gli altri e di avere uno sviluppo sereno, “occorre schiarirsi le idee e ripartire da evidenze tanto scientifiche quanto quotidiane, come le differenze che sussistono tra un maschio e una femmina”. Un saggio di approfondimento proposto in maniera chiara e scorrevole, che offre un punto di vista basato su rigorose ricerche scientifiche, rivolto a chiunque sia interessato ad accogliere suggerimenti riguardo al delicato tema dell’educazione, che ha il merito di riportare l’attenzione su quei temi che sono alla base della formazione dell’individuo, che è e deve rimanere il punto di partenza di qualsiasi strategia educativa che ne rispetti la specificità e l’unicità. Valeria Savio Fonte: Il dialogo di Monza