17/01/2021

Dobbiamo costruire nuovi ponti di dialogo

Fonte: Avvenire del 17/01/2021

Dottore, secondo lei da dove viene questa violenza? Parliamo di scontri organizzati, non di risse estemporanee. Gli scontri coinvolgono anche centinaia di ragazzi. Perché accade questo? 

Innanzitutto osserviamo una precocizzazione dei comportamenti violenti. I protagonisti di queste maxi risse sono tutti ragazzini. Stiamo assistendo all’amplificazione dei comportamenti di" discontrollo" degli impulsi, tipico degli adolescenti, an- che grazie ai social. 

C’è una relazione con la pandemia, il Covid, il lockdown? La chiusura delle scuole ha avuto un ruolo in tutto questo?

Sì purtroppo c’è una relazione fra gli eventi correlati alla pandemia e questi comportamenti. Il cervello degli adolescenti vede una prevalente attività del cervello limbico. Quando c’è una situazione minacciosa si attiva il sistema limbico che disattiva la corteccia cerebrale: siamo meno riflessivi! Questo meccanismo neuro biologi- co è esaltato negli adolescenti proprio perché il lo- ro cervello è più immaturo e reagisce agli stimoli attivando maggiormente il sistema limbico. Ecco dunque che comportamenti irrazionali, aggressivi e reattivi si incrementano. 

Di chi sono, secondo lei, le maggiori responsabilità per questi comportamenti?

Il problema fondamentale è che oggi non ci sono adulti in grado di contenere l’emotività degli adolescenti. O meglio: adulti che siano in grado di vedere gli adolescenti, il paradosso è che noi adulti non sappiamo esattamente cosa succede nel mondo degli adolescenti oggi. 

Ma allora da dove ripartire. E poi, è possibile invertire la rotta?

C’è una frattura formidabile tra il mondo dei bambini, di ragazzi, degli adolescenti e il mondo degli adulti. Questa frattura è sancita anche delle tecnologie. Occorre ripartire proprio da questo, della necessità di costruire ponti, dialoghi e contatti fra il mondo dei ragazzi e il mondo degli adulti. E necessario che i ragazzi abbiano più fiducia anche adulti e per questo è necessario che gli adulti siamo più autorevoli, più affascinanti, meno deludenti di quanto lo sono oggi.