10/05/2019

Dal tablet al cielo

Dal volume “Come se vedessero l’invisibile” a cura Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni – CEI

Dal cielo al Tablet

Nella attuale postmodernità tecnoliquida, in cui tutto è immediatamente visibile, veloce e a portata di mano, o   potrebbe apparire non soltanto come qualcosa di superato, ma sembrerebbe inserirsi in una prospettiva priva di senso: c’è davvero ancora qualcosa che non sia già facilmente accessibile, che non possa essere colto attraverso i sensi e la percezione grazie alla prepotente ed invasiva rivoluzione digitale? Le distanze sono state neutralizzate, il tempo è stato “vinto” dalla velocità, l’onnipotenza sembra essere offerta da una tecnologia senza precedenti e ogni desiderio è soddisfatto. Eppure, come scrisse Antoine de Saint Exupéry “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Benché note e inflazionate persino sui social network, queste parole racchiudono due grandi significati, che non sono subito evidenti. In primo luogo, che c’è qualcosa di essenziale nella vita, che è imprescindibile e fondamentale, e c’è qualcos’altro che è, al contrario, accessorio e superfluo; in secondo luogo, che non è così semplice discernere queste due polarità, perché ciò che è essenziale non può essere colto in modo immediato, attraverso i sensi, ma richiede un altro tipo di percezione.

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