26/09/2017

Così gli adolescenti vedono i genitori

Fonte: RomaSette del 24/09/2017 - Pianeta giovani

Ma come vedono i loro genitori gli adolescenti 2.0, i nativi tecnoliquidi di questa cupa post-modernità? Innanzitutto fragili, se è vero che quasi 8 adolescenti su 10 sono confidenti più o meno frequenti delle pene dei loro genitori, definiti «immaturi» (per il 31% dei ragazzi), «capaci a stento di pensare a se stessi» (39%) e «inaffidabili» (26%). Ecco perché papa Francesco nell’ Amoris laetitia parla di «orfani» riferendosi agli adolescenti di oggi, non certo nel senso letterale del termine: orfani perché gli adulti di oggi sono piuttosto adultescenti, infantilizzati, catturati da temi adolescenziali irrisolti e incapaci di offrirsi come autentico punto di riferimento a figli sempre più smarriti e perplessi. I genitori “adultescenti” sono affettuosi e amichevoli con i figli, ma hanno rinunciato a trasmettere loro regole, narrazioni di senso, valori, criteri e credenze. Infatti, in una ricerca che ho presentato (“La dieta mediatica dei nostri figli”, a cura del Moige), emerge impietosamente che verso gli 11 anni la fiducia negli adulti crolla clamorosamente e il nuovo punto di riferimento è “mister google”, cioè il web, dove i ragazzi trovano le risposte ai loro quesiti, le indicazioni sugli stili di vita da parte di altri adolescenti (i cosiddetti “web influencer”), le soluzioni a problemi, dubbi o curiosità. A questo possiamo aggiungere il fenomeno della cosiddetta “socializzazione inversa”. Eccone un esempio: chi influenza gli acquisti delle mamme in tema di abbigliamento e make up? Le loro figlie! Insomma gli adulti sono sempre più insignificanti per i nostri adolescenti, che quando però sono chiamati a giudicare se stessi ed il loro futuro indicano scenari davvero cupi. Secondo i dati Eurispes, 1 su 3 pensa che non riuscirà a laurearsi, 1 su 2 che non avrà mai un lavoro stabile e comunque che corrisponda ad un suo talento o passione e ben 8 su 10 non trovano un senso nell’andare a scuola. L’incertezza sul futuro si tramuta in una quasi–certezza: il futuro sarà peggiore del presente. Tenaglia micidiale, questa: orfani, privati di punti di riferimento e senza futuro. La sfiducia nella scuola è un dato su cui dovremmo riflettere. E già, perché, per esempio, sempre secondo i dati Eurispes, quasi il 50% dei genitori non fa colloqui con gli insegnanti e non segue realmente l’andamento scolastico dei figli. E infatti gli insegnanti lanciano l’allarme: quasi due insegnanti su tre ritengono troppo “demotivati” i ragazzi verso lo studio e altrettanti insegnanti denunciano lo svilimento eccessivo della loro funzione educativa nell’ambito di una progressiva e globale destrutturazione di ogni funzione educativa. Crisi dei giovani? No, crisi degli adulti, con pesanti conseguenze sui nostri figli, così inascoltati e trascurati che hanno smesso di parlare con gli adulti cercando rifugio nel più confortevole mondo del web.