22/07/2009
Alcol: Sì ai limiti, ma anche prevenzione - Tonino Cantelmi su AVVENIRE
«Introdurre dei limiti per gli adolescenti è senz’altro un fatto positivo perché l’abuso di alcol è dannoso e perché è un modo per rendere i giovani consapevoli dei rischi». Così si esprime Tonino Cantelmi, professore di psicologia dello sviluppo presso la Lumsa di Roma. Ma è dibattito aperto fra psicologi ed educatori a proposito dell’ordinanza anti- alcol del sindaco Moratti. «I ragazzi si ribellano perché sperano che qualcuno li freni. Fa parte del gioco educativo – chiarisce l’esperto –. Inoltre un aspetto positivo di questa ordinanza è che con le multe coinvolge le famiglie». Certo non si può pensare che un divieto risolva il problema dello “sballo”. «Occorre individuare anche forme di dialogo con gli adolescenti, diversamente l’ordinanza resta una norma da trasgredire e basta. La soluzione migliore è quel- la di avviare nelle scuole e nelle strutture presenti sul territorio quella che oggi si chiama “educazione fra pari” – spiega Cantelmi –. Cioè una formazione che abbia come soggetti gli adolescenti che hanno fatto scelte responsabili. È la strada che finora si è rivelata di maggiore successo». Un plauso al sindaco anche da don Samuele Marelli, responsabile del Servizio diocesano milanese per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio: «Il fatto che le istituzioni se ne preoccupino è sicuramente positivo. Ma non vorremmo che l’attenzione si riducesse solo al divieto, senza pensare alla prevenzione». Perché la chiave per vincere tutte le dipendenze è la promozione umana, cioè: «dare ai ragazzi una prospettiva di senso in cui inquadrare la propria vita – aggiunge il sacerdote –. Non devono avere luoghi scoperti, lunghe ore senza far nulla in strada con gli amici o davanti allo schermo di un computer. È questo l’intervento fondamentale che possono fare i genitori». Sulla prevenzione insiste anche Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’età evolutiva alla Sapienza di Roma. «Bisogna prima di tutto educare, così da cambiare il modo di socializzare. Non dimentichiamo che ci sono molte pubblicità in cui si vedono giovani che bevono alcolici – punta il dito la psicologa –. Sarebbe meglio chiudere prima le discoteche. Quanto alla multa, penso che sia troppo pesante per i genitori. È più utile agire sui gestori, questo divieto potrebbe rappresentare una sfida per i giovanissimi». Per lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro, questa ordinanza è un atto dovuto. «La diffusione dell’alcol fra i giovanissimi è un fenomeno in crescita – osserva –. Il divieto è un segnale forte, purché venga applicato e mi sembra giusto coinvolgere i genitori. Occorre prestare maggiore attenzione a quello che fanno i figli ». Secondo Stefano Gheno, docente di psicologia sociale all’Università Cattolica di Milano, in alcuni momenti storici diventa necessario affermare alcuni principi con forza. «Assumere sostanze che portano alla perdita della lucidità delle persone non può essere considerato positivo, né sottovalutato – afferma –. Però una norma ha senso solo se viene fatta rispettare e quindi non ci devono essere possibilità di aggirarla». Ma non è sufficiente un provvedimento. «Con questo divieto si entra nel campo educativo che non può essere fondato su norme e regole. Occorre piuttosto instaurare un rapporto fra giovane e adulto basato su autorevolezza e fiducia – mette in guardia Gheno –. Mi auguro che con questa ordinanza non si voglia colmare un vuoto. La regola non può sostituire le relazioni interpersonali. Sono fondamentali le figure di riferimento come i genitori, gli insegnanti, gli educatori. Persone che spieghino che fuggire dalla realtà per evitare la fatica non risolve i problemi». Apprezza l’ordinanza anche Antonello Vanni, educatore, commentatore di “Il sussidario. net” e autore del libro “Adolescenti tra dipendenze e libertà”. «Secondo gli ultimi dati della Ue, le morti giovanili per alcol sono in aumento – sottolinea –. Fra i giovani tra i 15 e i 29 anni si parla di un ragazzo ogni quattro e per le ragazze di una ogni dieci. Sarebbe opportuna anche una campagna di educazione». Giovanna Sciacchitano FONTE: AVVENIRE del 22 luglio 2009 Articolo PDF