25/02/2019
A Sanremo in scena il Festival dei figli
Fonte: RomaSette del 17/02/2019 – Rubrica Pianeta Giovani a cura di Tonino Cantelmi
Il Festival di Sanremo è andata in scena una tortuosa e a volte dolorosa riflessione sul mondo giovanile e in particolare sul rapporto padre–figlio. Bisio ha presentato il monologo “Father and son”, che racconta il rapporto padre/figlio senza pudori, con un linguaggio ironico e doloroso. Ma la sorpresa è stata un’altra: sulle ultime parole di Bisio/padre, sicuro solo di essere insicuro, irrompe il rapper Anastasio/figlio che in risposta canta il paradosso a cui sembrerebbero incastrati i giovani di oggi. «Puoi essere quello che vuoi, basta scordarti quello che sei», denuncia amara di una società che ti promette tutto purché tu stravolga te stesso e perda ogni identità. Daniele Silvestri ha presentato anche lui a suo modo il problema generazionale, nelle vesti di un padre che vede il figlio vivere una adolescenza difficile, ingabbiato in strutture mentali non sue. “Argento vivo” è una canzone intensa e struggente, tutta da ascoltare. E i giovani? I numeri sono incredibili: il 46% della fascia dei telespettatori giovani (dai 4 ai 24 anni) ha visto il Festival e i social si sono scatenati con oltre tremilioni di interazioni a serata. Ma i giovani sono stati anche protagonisti dentro il Festival. Mahmood, il vincitore, ha 26 anni e la sua canzone parla di come il danaro può modificare i legami e i rapporti in famiglia e denuncia l’abbandono familiare della figura paterna, dolorosa storia autobiografica di un ragazzo che non ha più rapporti con il padre. Il Festival dei padri è divenuto anche il Festival dei figli, tormentati e ambigui, come Achille Lauro, il pioniere della samba trap, e gli altri giovani artisti, che con tatuaggi, felpe e canzoni hanno invaso Sanremo. Il secondo classificato, il 22enne Ultimo, con la sua canzone vuole urlare, lui che viene dal non facile quartiere di San Basilio, la sua intimità e la sua quotidianità al mondo. Insomma due giovani sul podio e due canzoni che dovrebbero far riflettere l’opaco e spento mondo degli adulti. Irama, 23 anni, con la sua canzone “La ragazza dal cuore di latta”, denuncia gli abusi subiti da una figlia da parte di un padre violento. Lo so, molti storceranno la bocca, pensando alla manifestazione nazional–popolare più criticata (e più vista) della tv italiana e tuttavia questa volta non possiamo negare che ha coinvolto i giovani e i giovanissimi sia dentro il Festival – addirittura tra i big, con un rinnovamento generazionale senza precedenti – sia come spettatori e ha affrontato molte questioni giovanili, ma una su tutte: il controverso rapporto padre–figlio. Questo tema è risuonato in tutta la sua irrinunciabile necessità di recupero: basta con padri spaesati e figli sdraiati, forse siamo pronti per una nuova alleanza generazionale.