20/10/2024

La drammaticità del tema dell’aborto ne “La voce sottile” di Antonella Perconte Licatese

Fonte: La voce sammaritana del 17/10/2024

Il toccante scritto “La voce sottile” di Antonella Perconte Licatese sul dibattuto argomento dell’aborto, presentato domenica alla Mondadori Bookstore di Santa Maria Capua Vetere, con la presenza del direttore Giuseppe Munno, incontro moderato dall’avvocato Filomena Stellato e di Annacarmen Amabile, rappresentante della Onlus Comunione Mariana, ha riscontrato un notevole interesse da parte del pubblico e della critica.

La scrittrice, che ha sottolineato come l’esperienza della protagonista non è una testimonianza autobiografica, ha narrato nell’incontro che il tema principale da lei trattato è l’aborto e le conseguenze che esso ha sia a livello psicologico sia fisico per una donna. Il libro è stato edito nel 2016 ed è molto coinvolgente: i lettori hanno dichiarato che alcune pagine sono molto commoventi e per questo lo hanno apprezzato. L’origine del testo è data dalla volontà della Perconte Licatese di parlare di questo argomento, come se fosse una missione di vita, in seguito alla moratoria del Ferrara sull’aborto, argomento che fu presentato anche nella mozione di Fratelli di Italia a Roma e quella a Verona della Lega; ha anche incontrato Paola Bonzi, colei che fondò a Milano il Centro di aiuto alla vita all’ospedale Mangiagalli, nota per il famoso enunciato “ridare il sorriso alle mamme”.

Tutte queste esperienze, l’ascolto delle testimonianze e vari approfondimenti, tra cui incontri con diversi professionisti del settore, hanno spinto la scrittrice dopo cinque anni, a trattare l’argomento, in particolar modo soffermandosi sulla sindrome postabortiva, di cui si parla pochissimo. In America la sindrome postabortiva era già conosciuta negli anni ’60 ed in Italia è stata trattata dallo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi e dalla dottoressa e saggista Cristina Cacace. Le dediche nel libro sono rivolte a Vincenzo Folonari appartenente al movimento dei Focolarini ed a Mario Palmaro, docente di Filosofia di Diritto, Etica e Bioetica e Filosofia teoretica all’Università di Roma. Anna, la protagonista del libro, abortì quando era ancora fidanzata col suo futuro marito e nonostante avrà altri figli, sentirà il dramma di quella scelta, con conseguenze fisiche e psichiche: ricordiamo che nella vita reale esse si possono manifestare subito o dopo mesi o dopo anni. I sintomi più evidenti sono mal di testa, disturbi alimentari, insonnia e tendenza al suicidio. Come ha detto la Perconte Licatese, << se l’aborto è considerato un tabù, i sintomi postabortivi sono quasi un tabú nel tabù >>.

Il fine della scrittrice quindi è quello di fare divulgazione su un argomento che interessa donne e ragazze, in quanto il messaggio è chiaro: il libro è una battaglia per la vita, senza alcun giudizio, accennando anche ai percorsi che permetterebbero la nascita e non la morte. Alla presentazione tenutasi alla Mondadori c’era anche Annacarmen Amabile della Onlus Comunione Mariana, associazione no profit impegnata a sostenere la genitorialità e la difesa della vita umana nascente, che sta al fianco delle donne indecise e sofferenti sull’interruzione della gravidanza. Ecco cosa ha dichiarato: << Quando una donna decide di “posare il bambino”, ossia di abortire, subito l’Amabile e le altre operatrici, tutte formate, si muovono per il protocollo antiabortivo, in quanto non solo c’è una cattiva informazione sull’argomento ma anche molti pregiudizi e confusione >>.

È un tema molto importante, che non bisogna trascurare, perché, come ha enunciato la scrittrice, non riguarda solo la scelta e la vita di una donna ma anche o forse principalmente la voce sottile, la delicata voce del bambino che nascerà.