12/04/2008

Considerazioni conclusive (Catt. e Ps.) di T. Cantelmi - (7/8)

Cattolici e Psiche «Considerazioni conclusive» di  Tonino Cantelmi Pubblicato su Psichiatri Oggi – aprile 2008, anno X, n. 2 psichiatri oggi logo

  In conclusione mi sembra che il codice deontologico dell’Ordine degli Psicologi prevede che i terapeuti rispettino la dimensione valoriale di ciascun paziente. E invece c’è una curiosa discriminazione: mi sembra, alla luce delle tante segnalazioni che ricevo, che psicologi e psicoterapeuti non rispettino il codice valoriale di pazienti credenti. Mi sembra un problema grande: una persona omosessuale credente, che sente di non potersi identificare con il modello gay, che ha gravi e profondi conflitti e che chiede aiuto deve per forza essere curato perché assuma la condizione di gay (terapia affermativa) o può essere aiutato a verificare attraverso una psicoterapia la sua situazione in ogni aspetto? Ma al di là dell’omosessualità la discriminazione dei credenti che chiedono aiuto allo psicoterapeuta è tale quando lo psicoterapeuta non riconosce l’importanza per il paziente della dimensione religiosa e dei valori a essa connessa. D’altro canto solo un ingenuo può pensare che lo psicoterapeuta sia neutro: come abbiamo visto vari studi dimostrano che i valori dello psicoterapeuta irrompono nelle terapie. E allora? E allora la posizione più etica è proprio quella degli psicologi e degli psicoterapeuti che esplicitano i riferimenti antropologici e le premesse del loro agire. La posizione di dubbia eticità è invece proprio quella di coloro che si nascondono dietro una ambigua quanto irrealistica dichiarazione di neutralità. In recenti lavori che ho pubblicato ho dato rilievo ad alcuni dati. Un dato in particolare mi sembra impressionante: la maggior parte dei pazienti credenti non si sente capita e accettata dagli psicoterapeuti e percepisce una sostanziale discriminazione per quanto attiene la dimensione religiosa (Cantelmi 2004).           Ritengo pertanto che sia giunta l’ora di denunciare la vera discriminazione: l’impossibilità per molti credenti di ricevere aiuto da psicoterapeuti rispettosi dei valori religiosi proclamati dal paziente. Forse è su questo che occorrerebbe aprire un dibattito sereno.    psichiatri oggi logo