23/11/2018
Sinodo, la novità del mondo digitale
Fonte: Roma sette del 18/11/2018 – Rubrica pianeta giovani a cura di Tonino Cantelmi
Cominciamo a prendere confidenza con il documento finale del Sinodo dei vescovi sui giovani, concluso da pochi giorni, e iniziamo con uno degli argomenti più trattati in questa rubrica, le novità dell’ambiente digitale (punti 21–24). Il documento recepisce finalmente quello che molti non vogliono capire: non si tratta di una tecnologia neutra e, direi, basta con il solito ritornello “dipende da come la si usa”. È una tecnologia che costruisce un mondo da vivere e come tale modifica assetti cognitivi, emotivi–affettivi e socio relazionali. Se ancora andiamo avanti con l’idea che occorra solo saperla usare non comprendiamo la novità prepotente del mondo digitale. Al punto 21: «Non si tratta più soltanto di “usare” strumenti di comunicazione, ma di vivere in una cultura ampiamente digitalizzata che ha impatti profondissimi sulla nozione di tempo e di spazio, sulla percezione di sé, degli altri e del mondo, sul modo di comunicare, di apprendere, di informarsi, di entrare in relazione con gli altri. Un approccio alla realtà che tende a privilegiare l’immagine rispetto all’ascolto e alla lettura influenza il modo di imparare e lo sviluppo del senso critico». Altro pregiudizio spazzato via: basta con i rimpianti per i tempi passati, il web ed i social sono da considerarsi piuttosto sfide ed opportunità. Al punto 22: «Essi costituiscono comunque una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza. In molti Paesi web e social network rappresentano ormai un luogo irrinunciabile per raggiungere e coinvolgere i giovani, anche in iniziative e attività pastorali». Ed infine però esiste un lato oscuro della rete. Al punto 23: «L’ambiente digitale è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web. I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche». Il documento non nasconde una grave verità al punto 24: «Operano nel mondo digitale giganteschi interessi economici, capaci di realizzare forme di controllo tanto sottili quanto invasive, creando meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico. Il funzionamento di molte piattaforme finisce spesso per favorire l’incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio. La proliferazione delle fake news è espressione di una cultura che ha smarrito il senso della verità e piega i fatti a interessi particolari. La reputazione delle persone è messa a repentaglio tramite processi sommari on line. Il fenomeno riguarda anche la Chiesa e i suoi pastori».