14/12/2010
Religione cattolica e psicologia oggi in Italia
Tanti racconti dal profondo significato psicologico, presi dai Vangeli, sono oggetto di convincenti discussioni orientanti: amico importuno, assassino, banchetto di nozze, buon pastore, buon samaritano, costo del discepolato, creditore e due debitori, dieci vergini... Sempre di più, negli ultimi anni la Chiesa ha fatto ricorso agli psicologi clinici, anche per verificare la salute mentale dei ministri del culto, sia durante la vita di seminario che durante l’esperienza sacerdotale.
di Gennaro Iasevoli Non è una novità affermare che la psicologia clinica e successivamente anche la psicologia sociale abbiano adoperato linguaggi, strumenti e metodi simili a quelli della religione cattolica e probabilmente anche di altre religioni. Andiamo per ordine: la psicologia clinica studia la storia dell’individuo, per osservare il suo funzionamento psichico normale e patologico e procedere agli interventi necessari al benessere personale, mentre la psicologia sociale studia lo sviluppo dei rapporti normali e patologici tra gli individui e propone gli interventi opportuni in funzione del benessere comune. La psicologia nella pratica laboratoriale realizza i colloqui orientanti, servendosi spesso di metafore per trasmettere concetti che osserviamo parimenti nel linguaggio evangelico, corroborato dalle parabole, tanti racconti intesi a veicolare importanti significati morali e comportamentali, ispirati alla semplicità, sincerità, collaborazione, fratellanza, speranza. Tanti racconti dal profondo significato psicologico, presi dai Vangeli, sono oggetto di convincenti discussioni orientanti: amico importuno, assassino, banchetto di nozze, buon pastore, buon samaritano, costo del discepolato, creditore e due debitori, dieci vergini, fariseo e pubblicano, fattore infedele, fico sterile, giara vuota, granello di senape, lavoratori della vigna, luce del mondo, moneta smarrita, pecore e capri, regno dei cieli simile al lievito, rete gettata nel mare, ricco stolto, ritorno del figliol prodigo, sale della terra, seme che germoglia da solo, seminatore, talenti, vedova insistente, vignaioli omicidi, vite e tralci, zizzania. Con le osservazioni degli psicologi sono stati esaminati i comportamenti di vari religiosi che si sono discostati dalla norma e sono state evidenziate delle tendenze dannose nei confronti dei piccoli che hanno fatto cronaca. Si è avuta la conferma che occorrono parecchi test psicologici per sondare la personalità di chi si accinge ad indossare l’abito talare. D’altro canto molti Ordini religiosi, noti per la severità delle regole, già da tempo, prima di accettare nuove vocazioni, verificano lo stato mentale della nuova “aspirante suora”, assegnando la stessa, ancora laica ad uno psicologo, che ne valuti la personalità, ascoltandola preliminarmente, almeno settimanalmente, per un congruo periodo (circa due anni). Sempre di più, appunto negli ultimi anni la Chiesa ha fatto ricorso agli psicologi clinici, anche per verificare la salute mentale dei ministri del culto, sia durante la vita di seminario che durante l’esperienza sacerdotale. E non dimentichiamo che uno dei padri della psicologia in Italia è Padre Gemelli, i cui allievi hanno dato vita a tanti istituti universitari di psicologia scientifica. Bisogna menzionare poi une delle più importanti fonti di studi e ricerche psicologiche al mondo, presente dal 1900 nel Pontificio Ateneo Salesiano di Roma, cui si è ispirato anche il laboratorio di psicologia da me fondato e diretto negli anni settanta-ottanta per decisione del Direttore Prof. Don Annibale Morante, presso il CNOS CFP di via Don Bosco a Napoli. Ma oggi, riferendoci all’Italia, la sfida più grande riguarda la possibilità di far giungere la parola del Vangelo ad una grossa fetta della popolazione che non va né a scuola né in Chiesa, oppure frequenta una scuola che evita Dio. Di questi italiani che crescono senza una evangelizzazione, una parte è ostile ed agnostica, mentre molti altri non meritano rimproveri perché purtroppo hanno un’intelligenza borderline, che non crescerà, e quindi devono essere accolti e guidati amorevolmente anche psicologicamente. C’è da notare che più di un terzo della popolazione italiana non ha sviluppato un linguaggio completo che comprenda tutti i termini con cui comunicano i diplomati ed i laureati. Sappiamo che chi non conosce le parole non potrà sviluppare le idee – che sono fatte di parole – figuriamoci le difficoltà che avranno: essi hanno solo i concetti di benessere e malessere giornaliero e non riusciranno a capire tutte le altre cose che saranno dette a loro, comprese le leggi morali e religiose! Attualmente in tutti i corsi parrocchiali di preparazione al matrimonio c’è la presenza di uno psicologo iscritto all’albo al fine di rappresentare ai novelli sposi le modalità più sane della vita in comune e dell’educazione dei figli. Non mancano infine i cosiddetti sportelli presso le Curie, attraverso cui gli Psicologi professionisti si prestano all’ascolto delle persone in disagio psichico ed offrono consulenza per l’orientamento ed il benessere individuale e familiare. di Gennaro Iasevoli FONTE: La Perfetta Letizia